Apr 19, 2024 Last Updated 9:27 AM, Apr 7, 2024

Pensionati poveri d'Abruzzo. "Cresce il numero di chi non ha soldi per curarsi"

Pubblicato in Rassegna stampa
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AbruzzoWeb di Filippo Tronca.  

Sarà uno dei temi al centro di ''Liberetà'', la festa dello Spi Cgil in programma a L'Aquila da oggi al primo luglio; ospite anche Camusso.

"In fondo a 60 mila pensionati abruzzesi interessa poco se l’ospedale della loro città sarà di primo o secondo livello, visto in ogni caso dichiara non avere più soldi per curarsi". La sferzante considerazione è del segretario regionale della Spi Cgil Antonio Iovito, alla vigilia di LiberEtà, la festa nazionale del mensile del sindacato, che quest’anno si svolgerà a L’Aquila e nella frazione di Paganica da oggi fino a venerdi 1 luglio.

La povertà dei pensionati sarà ovviamente al centro delle riflessioni e dibattiti della tre giorni, a cui prederanno parte il segretario nazionale Cgil Susanna Camusso, oggi in città, il segretario nazionale Spi Cgil Attilio Arseni, l’ex ministro Fabrizio Barca.

Liberetà sarà però anche una tre giorni di svago e cultura, con musicisti del calibro di Eugenio Bennato, con il coinvolgimento degli street-artist di fama nazionale e internazionale richiamati all’Aquila dal progetto Re acto, mostre fotografiche, premi letterari e cinematografici, visite guidate ed escursioni, degustazioni di prodotti genuini e a filiera corta.

Ma i momenti di svago e socialità non potranno certo addolcire più di tanto un'emergenza fotografata dai numeri, su scala regionale e nazionale. Oltre il 50 per cento dei pensionati abruzzesi non supera infatti 500 euro al mese di assegno mensile, il 75 per cento non supera i 1.000 euro. Le pensioni minime sono complessivamente oltre 116 mila.

Allargando lo sguardo in Italia i pensionati con un reddito da pensione inferiore a 500 euro erano 2.037.701, numero fornito dal premier Matteo Renzi quando aveva ad aprile annunciato l’ipotesi di assegnare gli 80 euro mensili proprio ai pensionati poveri. Una vergogna anche per l'Unione europea, che però con le sue politiche di austerity non ha fatto altro che peggiorare la situazione. E a tal proposito il segretario nazionale Arseni, lancia un duro je t’accuse al governo amico del Partito democratico. "La verità è che in questi anni i pensionati - spiega Arseni ad Abruzzoweb - sono stati il bancomat del governo. È una condizione assolutamente inaccettabile sia da un punto di vista etico che normativo perché è stata bloccata la rivalutazione delle pensioni, e perché comunque tutti i servizi afferenti anche alla situazione di difficoltà delle persone anziane in Italia vengono trascurate e parlo per esempio della Sanità e di altri servizi essenziali".

"Siamo al punto - aggiunge Arseni - che le pensioni più basse non riescono a superare quel limite necessario per la sopravvivenza, e a maggior ragione il governo dovrebbe aprire un confronto serio con i sindacati, perchè noi abbiamo delle proposte serie e sostenibili, i tavoli non servono a nulla se non producono risultati concreti".

Nuova emergenza, particolarmente acuta nelle aree interne dell’Abruzzo, dove è aumentata la concentrazione dei pensionati con la minima, aggiunge il segretario regionale Iovito, è quella delle cure sanitarie. "Su un numero complessivo di 350 mila pensionati abruzzesi - il 10 per cento, circa 60 mila, in base ad una recente indagine del Censis, rinuncia a curarsi, a compare medicine. Ovviamente buona parte di loro sono pensionati con la minima. Prime vittime di liste d’attesa infinite, privatizzazione di fatto di molte prestazioni, costi dei farmaci che aumentano e non coperti dal sistema sanitario nazionale, non essendo salva vita, ma anche dell'aumento dei costi del trasporto pubblico e altre spese logistiche”.

Incide anche la cattiva alimentazione di tanti pensionati che non hanno i soldi per fare la spesa. I tanto decantati prodotti biologici, genuini e a filiera corta, sono infatti ad appannaggio di classi sociali ben più elevate. Iovito lascia intendere infine che le polemiche scatenatesi intorno al Piano sanitario regionale, che prevede la riorganizzazione della rete ospedaliera, lascia il tempo che trova, dal punto di vista dei pensionati alla fame, e interessa forse di più i ras politici dei vari territori, e il numero di posti da primario di nomina politica.

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